Manipolatori e manipolati




Molti, durante le varie discussioni che ho sugli argomenti più disparati, hanno reazioni curiose, quasi sempre rimangono sorpresi o scandalizzati, perché l'idea che hanno di me nella loro testa non corrisponde a ciò che poi affermo. I rifiuti e le critiche sono all'ordine del giorno, molte anche abbastanza feroci, ma capisco che il più delle volte non sto discutendo con delle persone, ma con un intero sistema sociale di domesticazione, che fa del conformismo intellettuale la sua arma più potente, ma soprattutto le critiche e gli attacchi rimangono un problema degli altri, se all'interno di un uomo non rimane nessun ego da attaccare.

A volte però, ciò di cui si discute entra nel profondo delle persone, anche le più reticenti, e pian piano le cambia, ci vuole tempo ma può accadere, come se un'idea si fosse innestata e avesse attecchito così tanto nel profondo, da lavorare sulla coscienza come un programma in background.

Successivamente a questa fase, se l'umiltà emerge quel tanto che basta da mettere in disparte la presunzione, la domanda che esce fuori più spesso è: come faccio a sapere che sono manipolato? E come faccio a riconoscere un manipolatore?


Non c'è un modo netto per rispondere, perché tutti siamo un po' manipolati e manipolatori, solo che alcuni sono troppo addormentati per accorgersene, per cui hanno sviluppato un grado di manipolazione, nell'arco di varie incarnazioni, da essere dei manipolatori seriali così abili senza neanche saperlo.

Per farvi un esempio.


La prima volta che incontrai uno dei tanti che reputo una guida, subito dopo le presentazioni e i convenevoli, lui mi guardò negli occhi e mi fece solo una domanda: cosa pensi di sapere?

Non passò molto, ma la risposta che uscì spontanea fu: non lo so.

La sua affermazioni successive furono queste testuali parole: te lo dico io cosa sai! Tu non sai un cazzo e quasi tutto quello che ti è stato insegnato è solo una menzogna.


Ora voi capite che se state cercando qualcuno che vi indichi una via, che voi sospettate ci sia, ma non riuscite ancora a scorgerla, una risposta del genere è più un attacco che un invito. L'ego non riesce a distinguere oltre le apparenze, quello che potrebbe sembrare un uomo rassicurante potrebbe essere nocivo e uno invece che sembra umiliarvi potrebbe essere invece la svolta della vostra vita. Ma l'ego non vuole problemi, non ne vuole sapere di sentirsi umiliato o non considerato, quindi come si fa a capire se siete manipolati o no, se non riuscite a notare la differenza tra chi può insegnarvi qualcosa, da uno che invece vi sta tenendo ancorati al vostro vecchio "io"?


Per capire che siamo manipolati bisogna capire prima di tutto cosa c'è all'interno di noi che può essere manipolato. Non ci sarebbe niente da manipolare se non ci fosse un materiale da manipolare. Immaginate un vasaio a cui manca l'argilla, non potrebbe modellare nessun vaso.

Per capire dunque i manipolatori, bisogna studiare i manipolati. L'uno è legato all'altro, ma nell'impossibilità di riconoscere chi sia l'altro, devo iniziare studiando me stesso.

Il passo successivo è comprendere fino in fondo che quando noi vediamo una manipolazione in atto, in realtà vediamo solo il risultato esterno di ciò che è stato manipolato, cioè vediamo gli effetti attraverso comportamenti e atteggiamenti, ma la causa prima non può essere vista, perché appartiene alla sfera interiore, è li che risiede il materiale manipolato che causa gli effetti che vediamo esteriormente.

Se punto a manipolare una persona affinché faccia ciò che dico io, devo capire cosa desidera quella persona, cosa teme, quali sono i suoi interessi, le sue aspettative e le varie reazioni che ha a tutto questo, a volte l'ego, al contrario di ciò che si pensa, non ha bisogno di soldi, ma di rassicurazioni, di valorizzazioni, di unicità e tanto più la persona in questione è insicura, tanto più si otterrà l'effetto desiderato innalzando la percezione che ha di sé oltre quella che lui immagina. Conoscendo nel profondo una persona si può dedurre il suo passato, le esperienze che lo hanno portato a essere ciò che è. Se si conoscono sia l'uno che l'altro e il soggetto in questione non si è mai auto indagato, la manipolazione è facile come raggirare un bambino...e l'ego lo è sempre.


Da qui a capire il passo successivo è semplice, non tanto quanto il lavoro da fare però, perché introiettarsi all'interno richiede pazienza, costanza e determinazione e in assenza di questo lavoro è impossibile toccare con mano e vedere con i propri occhi il materiale che all'interno di voi è sottoposto a manipolazione. Nessuno può convincervi, dovete vederlo con i vostri occhi.

Seconda cosa, anche vedendo con i vostri occhi cos'è che forma la vostra personalità, se non avete un metodo valido per lavorare ciò che ha preso forma in voi, vivrete più di frustrazione che di osservazione.


Sappiamo che l'uomo quando ha seriamente intenzione di intraprendere un percorso è perché ha raggiunto un punto di saturazione verso un problema. Sarà capitato a tutti ad esempio di conoscere una ragazza o un ragazzo, che pur cambiando partner, gli si ripresentano le stesse condizioni del rapporto precedente.

La condizione affinché il problema si ripresenti è all'interno di noi, siamo noi che la richiamiamo, noi siamo quella condizione, ma l'uomo non è pronto per un passo del genere e si convince che l'unico modo per cambiare la sua vita è cambiare partner, è lui la causa, dunque è lui che va allontanato. La determinazione con il quale cerca qualcun altro non è finta, è reale per lui, è convinto che è così che risolverà il problema, purtroppo però applica la volontà nel modo sbagliato.

Agiamo erroneamente perché utilizziamo un punto di vista sbagliato, che è quello egoico, l'ego non ammette che la colpa e la responsabilità siano sue e dunque continua a rivolgersi all'esterno per cambiare le cose.

Il numero di fallimenti a cui andiamo incontro è determinato dalla forza con il quale il vostro ego vuole affermarsi. Ecco perché alcuni arrivano prima alla conclusione e altri hanno bisogno di più tempo.

Ed é lo stesso motivo per cui è difficile riconoscere un maestro da uno che non lo è, o un manipolatore da uno che invece ci sta solo consigliando.


Quando qualcuno si accorge che è stato manipolato è perché ha fatto esperienza della manipolazione per così tanto tempo che, arrivando al punto di saturazione smette di occuparsi dell'esterno e si introietta dentro di sé, per capire cosa sta succedendo. Capisce così che ci sono due fattori scatenanti, uno sembra essere il più importante ma non lo è, ed è il manipolatore, l'altro sembra essere irrilevante, ma invece non è così, perché senza qualcosa da manipolare il manipolatore non avrebbe nessuna speranza di fare ciò che fa.


Se una ragazza è manipolata dal suo ragazzo e lui è un grande narcisista, la ragazza, o meglio la sua condizione interiore, non ammetterà mai che sia stata manipolata, in questo caso avviene il contrario, cioè la ragazza è convinta dal narcisista che la colpa di ciò che accade nel rapporto sia sua, dunque ha questa situazione interna di odio e amore che la lega al suo aguzzino. Ma anche qui, tutto avviene a causa di un ego che vede le cose in modo distorto, eppure per la ragazza sembra essere tutto chiaro, lei è il problema e il ragazzo, che a volte arriva anche alle mani, vuole solo rimettere le cose a posto. Da notare che questo tipo di persone, il più delle volte non vogliono essere aiutate, cioè quando qualcuno cerca di intervenire per farle ragionare, queste lo vedono come un intruso tra lei e il suo partner. Vedono il loro aguzzino come un salvatore e gli altri come dei manipolatori. Questo è importante per capire che quando osserviamo certe situazioni dall'esterno, il nostro condizionamento sociale ci fa puntare il dito solo sull'aguzzino, ma non possiamo capire cosa sta avvenendo fino in fondo se non analizziamo il rapporto che lega l'aguzzino alla sua vittima. Se non capiamo che è la vittima che inconsciamente richiama il suo aguzzino, analizziamo solamente metà della situazione che ci si para davanti e nel momento in cui arriveremo a convincere la vittima ad allontanarsi dal suo aguzzino, questa ne attirerà inevitabilmente un altro.

Tutto viene giocato dal tipo di stima che uno ha nei suoi confronti e che, insieme a tutte le altre caratteristiche che abbiamo, sono nate dall'ambiente famigliare in cui siamo nati e nel contesto storico-sociale in cui siamo cresciuti. In realtà molto del materiale interiore che abbiamo a disposizione alla fine dell'adolescenza, viene deciso anche in fase di gravidanza, tramite l'interazione di energie sottili che sono molto influenti sulla personalità, ma questo è un altro discorso.


Nel momento in cui iniziate a fare un serio lavoro interiore, non ci sarà bisogno che qualcuno vi convinca che la causa dei vostri problemi è la disarmonia all'interno di voi, non sarà necessario che qualcuno vi dica che quell'ego di cui tanto si parla, oltre a essere il problema, è un problema che c'è fintanto pensate che esista davvero.

Vedrete con i vostri occhi che non è altro che un burattino tenuto in piedi dalla vostra identificazione in esso.

La presa di coscienza di questo evento, taglierà i fili che vi tengono legati a lui e tutto sarà più chiaro.


Marco Florà

"Sii ciò che sei, non ciò che fai."

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