Anamorfismo ed ego

 




Molti anni fa, durante un viaggio con la mia compagna, decidemmo di fermarci a Vinci, la città originaria di Leonardo.
Tra le tante opere all'interno del museo a lui dedicato, vi era, se la memoria non mi inganna, l'Annunciazione riprodotta in versione anamorfica.

L'anamorfismo è quella particolare tecnica che crea un'illusione ottica, in cui un soggetto visto di fronte appare del tutto distorto, a meno che l'osservatore non riesca a trovare il giusto punto di osservazione in cui il dipinto torna alle sue giuste proporzioni.

Nell'osservazione del mondo in cui viviamo, delle dinamiche tra gli esseri umani e degli eventi che si verificano, facciamo affidamento su uno strumento (l'ego) che ricrea la stessa illusione anamorfica, per cui alcune cose che sono distorte ci appaiono come normali e quelle che dovrebbero essere normali ci appaiono come distorte.
In questo caos inenarrabile prendiamo la maggior parte delle decisioni che condizionano noi e gli altri, crediamo di avere la soluzione tra le mani, ma la soluzione è valida solo dal punto di vista con il quale osserviamo la realtà, anzi il nostro punto di vista contribuisce a creare la realtà che vediamo e che, assolutizzando, proiettiamo anche sugli altri, pensando che sia l'unica esistente.



La sicurezza con il quale procediamo verso questa visione aberrante della realtà è strettamente correlata all'identificazione che abbiamo con l'ego. Nel momento in cui cediamo alla credenza che siamo solamente tutto ciò che abbiamo accumulato, siamo costretti a guardare il mondo con la stessa lente deformante che hanno usato gli altri prima di noi. D'altra parte l'uomo non può seguire una strada che non conosce e non ha mai visto, ma solo quelle già battute da altri prima di lui.
Questa visione anamorfica nasce da tutta una serie di distorsioni interne che per comodità chiamiamo in vari modi, ma il problema di fondo è che ognuno di noi è fermamente convinto che queste distorsioni siano un problema dell'altro, solo gli altri ne soffrono e dunque solo gli altri devono guarirne. Nessuno accetta l'ipotesi che la realtà è il risultato di ciò che siamo e se siamo convinti di essere l'ego, la realtà prende le pieghe distorte dell'ego.

Le distorsioni cui l'ego è sottoposto, e noi con lui se ne siamo identificati, possono essere molte e variare per grado: la dissonanza cognitiva, la cecità al cambiamento, l'aspettativa, la razionalizzazione, l'assolutizzazione, la gelosia, l'arrivismo, l'orgoglio. Potremmo star qui a elencarle tutte, ma sarebbe inutile se non ci sono i presupposti per riconoscerle.
Queste distorsioni sono le lenti con il quale vediamo e creiamo la realtà che abbiamo davanti.
Se le lenti sono alterate, la realtà lo sarà e più saranno alterate più la realtà che osserveremo sarà alterata a sua volta.


Ci sono principalmente due stadi che potremmo identificare nel grande lavoro.

Nel primo si è inconsapevoli, ed è quello in cui si trova la maggior parte dell'umanità; è quello in cui pensiamo di agire spinti dall'illusione dell'ego e siamo vittime delle circostanze, cioè le cose accadono perché esiste il caso e nel caso ci può accadere qualsiasi cosa, noi non possiamo che subire, viviamo nella certezza che l'ego in cui siamo identificati è reale, ma anche nell'incertezza della convinzione che gli eventi sono generati casualmente e noi dunque non abbiamo nessun controllo.
Le tipiche frasi come - "ma proprio a me doveva succedere? Non poteva succedere a qualcun altro?" - alimentano la percezione che tutto sia casuale e nella casualità aumenta il vittimismo e di conseguenza la lamentela.

Nell'altro stadio invece prendiamo coscienza del fatto che l'ego con il quale eravamo identificati era solo una nebbia fitta, ed era presente solo a causa della nostra convinzione di essere lui. Dissociandoci da esso, la nebbia si dirada e ci si rende conto del fatto che gli eventi, che sembravano casuali, sono di fatto causati da noi, cioè le cose accadono per un motivo ben preciso e quel motivo siamo noi.
La frase tipica della vittima a questo punto non si pone più, perché sì, l'evento doveva accadere proprio a noi, essendo fatto tutto su misura da noi, per noi e non per qualcun altro.

Questo evento è l'analogo cambio di prospettiva che ci consente di vedere la vita, che è l'equivalente del disegno anamorfico, dalla giusta prospettiva.

La disidentificazione dall'ego fa traslare il nostro punto di vista da una parte all'altra e cominciamo a vedere le cose, che prima ci apparivano in un modo, con una visione diversa, a volte totalmente opposta. Valutiamo le cose in maniera diversa, ci poniamo nei confronti degli eventi in maniera diversa, perché essendo tutto creato da noi in maniera inconscia, ci prendiamo delle responsabilità che prima neanche potevamo concepire. Prima di questo evento la differenza tra un punto di vista e l'altro non può manifestarsi e quindi la nostra percezione può solo immaginare cosa voglia dire quando qualcuno parla di questo passaggio, cioè si ha una vaga immagine mentale di cosa potrebbe accadere, non la certezza dell'esperienza che nasce dalla differenza tra il prima e il dopo.

Questo naturalmente non vuol dire sapere come andranno gli eventi, ciò che deve arrivare arriverà e noi ne saremo all'oscuro fino a un momento prima che quel qualcosa accada, ma sentiremo che l'evento è di nostra competenza e questo ci porrà in un atteggiamento di dominio. Lì dove la vittima vede solo negatività e non può far altro che reagire secondo programmi preimpostati; il sovrano, essendo distaccato dai vecchi schemi mentali meccanici, può decidere come reagire e se reagire. Non cambia gli eventi, ma, essendo cambiato all'interno, varia il suo approccio a essi e questo cambia la realtà, che risponde alle reazioni con le quali noi ci poniamo nei suoi confronti.

La questione non è cosa ci accade, ma con quanta intensità sentiamo nostro quel qualcosa che ci accade e in base a questo come decidiamo di reagire.


Marco Florà

"Sii ciò che sei, non ciò che fai."

[Sii parte del cambiamento e fai un favore
anche agli altri, iscriviti e divulga questo blog.]




 Seguimi su Twitter






Annotazioni dal vuoto


Leggi l'estratto e compralo qui.

Commenti

Post popolari in questo blog

Manipolatori e manipolati

Reattori emotivi